Glenvion. La trilogia by Alessandro Falzani

Glenvion. La trilogia by Alessandro Falzani

autore:Alessandro Falzani
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 2015-10-02T22:00:00+00:00


Capitolo otto

L'autobus le aveva riaccompagnate a casa, infreddolite ma con una nuova certezza: avevano un nuovo cavaliere, sapevano dove si trovava Patrich, non restava che partire e seguire le sue tracce. Scesero dal taxi e davanti la porta di casa sostavano in piedi tre persone, uno aveva le mani in tasca, gli altri due poggiavano la schiena sulla parete con le braccia conserte. Katena distolse lo sguardo dai tre, Teresa fece altrettanto, poi quest'ultima estrasse le chiavi dalla borsa e fece per inserirle nella serratura.

«Spostati dalla mia porta», intimò all'uomo davanti a se con un ringhio stampato sul volto. Stefano non rispose, restò immobile.

«Fa come ti dice, non siete divertenti», proseguì l'altra.

«Nessuno ha intenzione di divertirsi, soprattutto noi. Dobbiamo parlarvi, lasciateci entrare...per favore.»

Lo sguardo di Stefano era spento e solitario, gli altri due fissavano un punto a caso a terra, smagriti, persi, delusi. Teresa scansò l'uomo con un braccio, aprì ed entrò, Katena la seguì e i tre attesero rassegnati che la porta si richiudesse, essa restò invece aperta.

«Avete intenzione di restare lì come salami?», sentenziò Teresa.

Loro si guardarono rammaricati ed entrarono a testa china. Katena li esortò, «volete qualcosa? O dovete dirmi qualcosa?» Stefano si era voltato verso la finestra, ricercava qualcosa nelle nubi alte che lo distraesse, Roberto si guardava intorno rivolgendo particolare attenzione alle foto sul mobile d'ingresso, Lucio intuì che se non avesse iniziato lui, non lo avrebbe fatto nessuno.

«Solo chiedervi scusa, abbiamo sbagliato, non ci stiamo capendo più un cazzo, è questa la verità. Pensavamo di fare la cosa giusta, questo nuovo... elemento ci aveva gasati ma ci sbagliavamo, non vale granché e quindi... siamo al punto di partenza. Forse abbiamo esagerato con lui, ecco ma, dovevamo capire...»

Teresa sbatté le mani sul tavolo rigato che Stefano aveva notato poco prima, la donna urlò in faccia al suo interlocutore, «che diavolo dovevi capire Lucio? Eh!? Che siete una massa di deficienti!Questo dovete capire! Quel ragazzo vale molto, molto più di voi tre messi insieme, si è unito al gruppo, ha deciso di seguirci, sa già maneggiare quella vostra... pistola ed è entusiasta! Voi lo stavate rovinando sul nascere. Quel ragazzo chiede solo un'opportunità, qualcosa in cui credere e voi gli stavate togliendo anche questo. Vergogna, se vi vedesse Marc... ma cosa vi succede eh? Che vi prende?»

Lucio si passò le dita sulle palpebre, quasi a frenare un pianto liberatorio, Stefano carezzò le linee sul tavolo, poi si rivolse a Katena, «hai usato il frammento, vero? Sei ancora convinta di sapere dove si trovi? Non capisci che è una perdita di tempo. Katena, lo abbiamo perso, lo abbiamo perso!! Questa è la verità e seppur dovessimo sbagliarci su quel ragazzo, cosa ne otterremmo? Un nuovo mezzo vampiro come noi? Quante persone potrebbe aiutare, su dimmi!! Dieci, venti, forse trenta? Prima di ridursi ...», Stefano puntava l'indice tremolante e nervoso verso i suoi amici, in quel momento Katena comprese cosa andava fatto.

«Non credevo che il vostro animo potesse frantumarsi così, che bastasse così poco a perdere la speranza;



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